L’imperscrutabile ricchezza di Cristo

Il mese di giugno è tradizionalmente dedicato al Sacro Cuore di Gesù; pubblichiamo alcuni passaggi della Lettera apostolica “Investigabiles divitias Christi”, che il beato Paolo VI scrisse in occasione del secondo centenario dell’istituzione della festa liturgica in onore del SS. Cuore di Gesù (1965):

L’imperscrutabile ricchezza di Cristo, sgorgata dal fianco squarciato del Redentore divino nel momento in cui, morendo sulla croce, egli riconciliò col Padre celeste il genere umano, è stata posta in luce così fulgida in questi ultimi tempi dai progressi del culto al Ss. Cuore di Gesù, che lietissimi frutti ne sono derivati a beneficio della Chiesa. […]

Desideriamo che a tutte le categorie dei fedeli siano spiegati nel modo più adatto e completo i profondi e reconditi fondamenti dottrinali, che illustrano gli infiniti tesori di carità del Sacro Cuore; e che si indìcano particolari funzioni sacre, che accendano sempre di più la devozione verso tale culto, degno della più alta considerazione, allo scopo di ottenere che tutti i cristiani, animati da nuove disposizioni di spirito, prestino il dovuto onore a quel Cuore divino, riparino gli innumerevoli peccati con attestazioni di ossequio sempre più fervorose, e conformino l’intera vita ai precetti della vera carità, che è il compimento della legge. Poiché infatti il Ss. Cuore di Gesù, fornace ardente di carità, è simbolo ed espressiva immagine di quell’eterno amore, nel quale Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figliuolo unigenito, siamo certi che dette commemorazioni contribuiranno moltissimo a far sì che le ricchezze dell’amore divino siano profondamente scrutate e bene comprese; e nutriamo altresì la fiducia che i fedeli tutti ne sappiano trarre ispirazione sempre più risoluta a configurare al Vangelo la propria vita, a emendare diligentemente i costumi, a mettere in pratica la legge del Signore.

Ma in primo luogo desideriamo che, per mezzo di una più intensa partecipazione al Sacramento dell’altare, sia onorato il Cuore di Gesù, il cui dono più grande è appunto l’Eucaristia. Nel sacrificio eucaristico, infatti, si immola e si riceve il nostro Salvatore, sempre vivo a intercedere per noi, il cui Cuore fu aperto dalla lancia del soldato, e riversò sull’umano genere il fiotto del suo Sangue prezioso, commisto ad acqua; in questo eccelso sacramento, inoltre, che è vertice e centro degli altri Sacramenti, la dolcezza spirituale è gustata nella sua stessa sorgente, e si ricorda quell’insigne carità, che Cristo ha dimostrato nella sua passione.

beato Paolo VI