La Speranza cristiana

Quali sono le nostre speranze? Quale è la nostra speranza? In che cosa o in chi speriamo? Che cosa desideriamo più di ogni altra cosa?

Sono tanti i segni, oggi, che insistono nell’indicare una perdita di speranza. Oggi, molti, non sperano più… in niente e in nessuno…

Al tempo del profeta Isaia gli uomini speravano in un banchetto di grasse vivande: forse erano poveri, forse mangiavano una volta ogni tanto. Noi abbiamo la pancia piena, e che cosa speriamo? Speriamo nei nostri figli che a loro volta, tante volte, sono senza speranze, speriamo che cambi qualcosa, speriamo in un mondo che smetta violenze ingiustizie e guerre, speriamo in una politica diversa, speriamo che si sistemi la condizione economica di noi stessi e di molti, speriamo che si realizzi finalmente quell’incontro con quella persona che ci interessa particolarmente…

… ma…

…ma viene sempre, prima o poi, dice il Vangelo, a mancare il vino. Le nostre speranze sono sempre, per una ragione o l’altra, speranze deluse. E l’invito a nozze, come a Cana di Galilea, le promesse della vita, sembrano non arrivare mai al loro dovuto compimento.

“Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse; questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza. Poiché la mano del Signore si poserà su questo monte”.

Isaia indica la speranza ultima, da non perdere mai: la speranza che in tutto il marasma delle nostre vite il Signore non ci abbandoni e non ci lasci soli nel combattere il male. Lo  diciamo nel Padre nostro ogni giorno: ‘Non ci indurre in tentazione’, che vuol dire: ‘Non  lasciarci esposti troppo a lungo alla tentazione, altrimenti non sappiamo se saremo capaci  di non cadere’.

La speranza cristiana è che nei nostri sonni e nelle nostre confusioni (come gli Apostoli nell’Orto degli Ulivi) ci sia sempre il Signore che al nostro fianco sudi sangue per noi mentre non lo sappiamo; la speranza cristiana è quella che ci fa credere oltre ogni evidenza contraria; la nostra speranza resta quella di chi sa che con il Signore a fianco si può convivere con drammi e sofferenze indicibili senza disperare come se fossero la fine. Se lì c’è Gesù, se anche lì c’è Gesù, il vino, il gusto e il sapore della vita, la gioia, non verranno a mancare di certo.

Noi, cristiani, siamo testimoni di questo. Testimoni di un amore che ci raggiunge e ci commuove, ci consola e ci sostiene, ci spinge all’impegno sapendo che tutto non dipende da noi, ci impegna nella conversione ma come dono dall’alto, perché il pentimento nasce dal perdono ricevuto immeritatamente, ci muove alla carità come imitazione dell’amore di Dio, ci spinge alla solidarietà sapendo che la nostra è sempre una goccia nel mare, ci riempie di semi di eternità nella piccolezza della nostra povera vita.