Forza ragazzi!

Summerlife 2000. Termine strano per dire che non faremo un vero e proprio oratorio estivo a causa di tutte le norme sanitarie da rispettare ma che comunque “noi ci siamo!”.
Vorrei invitare anzitutto il mondo degli adulti e dei genitori a guardare a questi ragazzi perché anche per loro il periodo della quarantena non è stato facile. Non costituivano un problema perché in generale non si ammalavano, potevano diventarlo perché uscendo di casa potevano essere potenziali trasmettitori del virus e allora è stato detto loro di stare a casa come se fosse la cosa più semplice, “che fatica c’è a stare a casa?”.
Oltretutto si è fatta di tutta l’erba un fascio parlando di minori in generale ma nell’età evolutiva la differenza tra bambini, preadolescenti, adolescenti e giovani è fondamentale. Sono situazioni molto diverse.
Ci sono alcuni rischi che vedo in questo periodo e che provo a evidenziare in maniera essenziale. Ci sono bambini che rischiano di regredire a una fase di dipendenza sempre più forte dai genitori. L’inizio del lockdown per alcuni di loro è stato bello. Hanno avuto i genitori più presenti. In qualche modo la fatica di crescere è stata fermata, in qualche caso ho sentito anche situazioni di regressione. Ora però dobbiamo rimetterci in cammino. Ci sono alcuni preadolescenti che sono diventati super-esplosivi, qualche volta intrattabili. Per chi è nella fase dello sviluppo la costrizione nelle quattro mura è innaturale. Quella trasformazione che avviene nel corpo può uscire con impeto.
Oltretutto la mancanza di attività sportiva non ha dato la possibilità di incanalare queste energie in una buona direzione. Qualche volta la chiusura e l’onnipresenza del tablet come unico strumento di connessione con la scuola e col mondo ha dato vita a forme di pigrizia per cui uno non vuole più uscire di casa, sta bene così o peggio a forme di depressione che occorre guardare con molta attenzione.
Ci sono ragazzi che sembrano non aver vissuto neanche questo periodo di clausura, anzi a cui dobbiamo dire di stare attenti perché il virus è ancora in giro e bisogna osservare una serie di norme di distanziamento per vincere definitivamente questa battaglia ma altri che sono ancora in casa perché hanno paura di essere contagiati, hanno paura di incontrare gli amici e di ritornare nel mondo, oltre le mura di casa. Tante notizie date in maniera terroristica hanno contribuito molto a questo.
Ci sono anche ragazzi che uscirebbero volentieri, anzi non vedono l’ora di poterlo fare ma hanno genitori molto ansiosi che trasferiscono l’ansia su di loro. Qualche volta in maniera esplicita attraverso divieti oppure in maniera implicita “E’ meglio che sto in casa perché la mamma quando esco non si sente tranquilla” mi diceva una ragazza.
Non dobbiamo spaventarci di queste situazioni ma occorre guardarle con attenzione. A mio parere la bilancia tra il pericolo del virus da una parte e l’attenzione ai ragazzi dall’altra va rimessa in equilibrio!
Noi ripartiamo. Lo facciamo anzitutto dicendo grazie ai giovani e ai volontari che si sono resi disponibili per aiutarci in questo progetto che non è semplice.
In particolare vorrei ringraziare gli adolescenti che dopo un iniziale smarrimento perché questo oratorio non sarà il classico oratorio estivo hanno deciso lo stesso di mettersi in gioco con entusiasmo, impegno e generosità. Grazie ragazzi!
Ritorniamo a guardarci negli occhi non attraverso le piattaforme informatiche. Non è facile guardarsi in faccia con la mascherina ma abbiamo bisogno di stare insieme.
Ritorniamo a giocare e a divertirci, farlo distanziati non è la stessa cosa ma farà crescere il desiderio di ritornare ad abbracciarci.
Usciamo di casa per mettere i nostri doni a servizio dei fratelli. Il mondo può migliorare se ognuno fa la sua parte e voi ragazzi siete il futuro, metteteci le vostre energie.
Lasciamoci guidare in questo da Gesù. La Chiesa inizia a riempirsi, ma tanti ragazzi mancano ancora. Non so se hanno paura loro o i genitori, se nel frattempo hanno perso la fede oppure se è arrivata l’estate e hanno mandato il Signore in vacanza in un posto diverso dal loro. Ma noi sappiamo che la nostra forza è Gesù. Il suo amore ci sostiene e ci dona la carica di rimetterci in cammino per portare questo amore a tutti i nostri fratelli.