Per una catechesi sul “Credo” – la sua proclamazione celebrazione eucaristica

Una signora mi ha detto: ho partecipato ad una  riunione di un gruppo di preghiera. Gli intervenuti si  sono raccolti in cerchio, si sono dati la mano, ed hanno  proclamato ad alta voce il Credo, al plurale: noi  crediamo. Alla fine chi presiedeva ha detto: è la nostra  identità, siamo cattolici. Il comportamento mi ha colpito per questa forte  identificazione di gruppo, e poi, perché noi recitiamo il  Credo a metà della Santa Messa, ed è detto al  singolare: io credo? La risposta sta nella storia  secolare in cui si definisce  questa preghiera  comunitaria ed eucaristica. Varie comunità cristiane  compongono formule di  sintesi della loro fede, che  vengono diffuse. il  magistero interviene ripetutamente per contrastare le  eresie, nei Concili vengono definiti i Simboli della fede.  Il Simbolo che noi recitiamo, è detto “Niceno – Costantinopolitano”, ed è così nominato perché legato  ai concili svoltisi in queste città negli anni trecento  dopo Cristo. In esso è riconosciuto l’antico Simbolo  battesimale in uso nella Chiesa di Gerusalemme, detto  “Simbolo apostolico”, e che noi usiamo in queste  domeniche di Quaresima. Veniva proclamato prima di  ricevere il Battesimo e per questo è detto al singolare,  così come al singolare si confessa il proprio peccato  “confesso a Dio onnipotente”. Si comincia a recitare il Credo durante la Messa in un  comunità cristiana d’oriente, e questa scelta poi si  diffonde anche in occidente e si impone la lingua  latina. Il Credo diventa oggetto di attenzione del canto  liturgico , ma anche ispirazione per solenni  composizioni polifoniche. Di fatto viene considerato come il passaggio dalla  prima parte della Messa, a cui partecipano anche i  catecumeni, che si stanno preparando al Battesimo  proprio approfondendo nel Credo, ma che non lo  hanno ancora proclamato come atto di fede  battesimale ed ecclesiale, ad una seconda parte  riservata ai battezzati. Quando scompare questa  divisione tra battezzati e catecumeni e la celebrazione  della Messa è aperta a tutti, Il Credo diventa un “SI”  solenne e gioioso per quanto si è preparato per la  celebrazione e per iniziare la celebrazione stessa del  Cristo Morto e Risorto. La comunità ha chiesto  misericordia, l’abito degli invitati alla mensa del Signore, si è nutrita della Parola, cibo che esce dalla bocca di Dio per l’uomo, ha pregato per tutta la Chiesa e L’umanità in attesa dell’annuncio del Vangelo. Il Simbolo diventa il grande assenso comunitario a ciò che sta per essere vissuto nell’Eucaristia.