Maestro: la vita eterna, per favore!

1. Vivere, voglio vivere, aiutatemi a vivere, voi che mi volete bene.
Vivere, voglio vivere felice, perciò chiedo di essere amato, chiedo di imparare ad amare, C’è qualcuno che può convincermi che io meriti di essere amato? C’è qualcuno che accetti di essere amato da me?
Vivere, voglio vivere una vita di cui posso essere contento, vivere senza vergognarmi di quello che sono, di quello che ho fatto. C’è qualcuno che può curare le ferite che porto dentro, i sensi di colpa, il sospetto di non essere all’altezza? Vivere, voglio vivere nella verità, voglio sapere la verità del mondo e di me stesso. Non sono più un bambino che può
credere alle favole a lieto fine. Voglio sapere la verità: non mi basta distrarmi in logoranti banalità, accontentarmi di
accontentare le mie voglie e i miei capricci.
Vivere, voglio vivere una vita che sia buona per tutti, voglio vivere una vita che per essere lieta non debba chiudere gli
occhi sulla vita degli altri, costruirsi l’isola felice di un mondo fantastico dove tutti siano giovani, belli, ricchi, sani, senza guardare in faccia i poveri, i disperati, i malati, senza domandarsi il perché del male del mondo e dei disastri che minacciano il pianeta. C’è qualcuno che mi può spiegare perché i poveri sono poveri? C’è qualcuno che mi può
spiegare come si possa essere tutti insieme a cantare e a fare festa? C’è qualcuno che mi può spiegare come si possa
respirare aria pura, bere acqua limpida, mangiare tutti a sufficienza senza che il pianeta diventi tutto una enorme
discarica?
Vivere, voglio vivere di una vita bella, buona, libera, lieta. Voglio vivere di una vita che per godere la vita non debba far finta che basti quest’oggi e che è sia proibito pensare al domani, al futuro, a quello che viene dopo. C’è qualcuno che può dirmi che cosa succede domani? C’è qualcuno che può parlarmi del futuro e della morte senza essere sciocco,
senza essere evasivo, senza dire: “e chi lo sa?”?
2. Chi risponde?
Chi risponde alla domanda?
Chi cerca la risposta al supermercato dove vendono tutto, riceve l’indicazione a visitare due settori.
C’è chi risponde: ragazzi, non esageriamo! cercate di accontentarvi! Ragazzi non illudetevi, godetevi la vita intanto che siete giovani e state allegri finché potete, tutto finisce in fretta, ma non state a pensarci, altrimenti vi viene la depressione. Chi cerca la vita buona e felice è invitato a frequentare il settore degli ansiolitici e degli antidepressivi.
C’è chi risponde: all’attacco! se vuoi vivere, devi conquistarti la vita, lotta, compra, accumula! Non pensare né al prima né al dopo, né agli altri né a Dio. Non c’è altra via per essere felici che godere, godere il più possibile, mangia, bevi, compra l’eccitazione più forte, spremi il più possibile questo tempo, questo pianeta, queste occasioni per ricavarne il piacere più assoluto!
3. La risposta di Gesù non si trova al supermercato delle offerte.
La comunità cristiana è incaricata di offrire la risposta di Gesù.
L’oratorio è il messaggio per dire ai ragazzi, agli adolescenti, ai giovani: venite! La risposta, o piuttosto la grazia della vita non si può cercare da soli, venite partecipate alla vita della comunità e ascoltiamo insieme la parola di Vangelo che semina speranza nella storia!
Venite! Ascoltate! Il dono della vita eterna non si può comprare come un prodotto, non si può capire come una teoria, non si può rubare come un gioiello che qualcuno si è portato via.
4. “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10).
Possiamo allora metterci in ascolto e ricevere il dono della vita. Il dono della vita felice, eterna, buona non è una formula, ma una storia di conversione e di gratitudine, di docilità e di speranza. L’oratorio è una delle forme geniali che la comunità cristiana ha creato per accompagnare le giovani generazioni perché imparino a percorrere la via della vita.
San Giovanni Bosco e la tradizione ambrosiana rendono grazie a Dio per l’intuizione geniale e la realizzazione storica
dell’oratorio come strumento educativo della comunità cristiana.
Chi accoglie la proposta e si incammina sulla via proposta in oratorio, quali indicazioni riceve per rispondere alla
domanda di vita, al desiderio di vita felice, al bisogno di bontà e di speranza che urge nel cuore?
Le letture che abbiamo ascoltato consentono di indicare l’essenziale della proposta educativa oratoriana e della comunità cristiana in genere.
Le indicazioni sono tre:
Gesù. Seguimi! La risposta è Gesù: Io sono la vita. Cercate Gesù. Seguite Gesù. Diventate amici di Gesù. Parlate con
Gesù. Ascoltate Gesù. State con Gesù.
Correre. San Paolo dà testimonianza del modo di vivere di chi ha conosciuto Gesù e sperimenta il suo amore che salva.
So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la meta, al premio che Dio mi chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù (Fil 3,13). Vivere di un ardore, trascorrere gli anni come gente che spera e che sa quale sia la meta a cui tende, la terra promessa in cui è atteso, la gioia vera che non delude, che dura per sempre, che porta a compimento la speranza oltre ogni speranza.
Opere di misericordia. San Giacomo raccomanda la pratica della fede operosa: A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? (Gc 2,14). La fede vive della partecipazione ai sentimenti di Gesù, quindi di un pane condiviso, di una vita donata.
Su questa strada, pertanto, cerchiamo la risposta alle nostre domande; su queste fondamenta costruiamo l’oratorio
2020: Gesù, slancio appassionato, opere di misericordia.
(Omelia dell’ Arcivescovo alla S. Messa di Venerdì 31 Gennaio per gli Oratori)