Il preziosissimo sangue di Gesù

In questo mese di luglio, dedicato al Preziosissimo Sangue di Gesù, riportiamo parte dell’Omelia di fra Francesco Patton, Custode di Terra Santa (1 luglio 2016):

Nella nostra esperienza concreta il sangue, come il respiro, è la nostra stessa vita! Se per un’emorragia perdiamo troppo sangue, noi moriamo, a meno che qualcuno in modo rapido e tempestivo non ci faccia dono di altro sangue con una trasfusione. Se il nostro sangue si ammala abbiamo bisogno che i medici intervengano e lo ripuliscano, perché altrimenti moriamo. Inoltre il sangue vuol dire relazione: tra fratelli o tra parenti diciamo che siamo consanguinei, cioè che abbiamo lo stesso sangue, che c’è una relazione profonda tra di noi. Ebbene tutto questo vale, in modo sublime, anche per il sangue di Gesù.

Il sangue di Gesù è preziosissimo perché è la sua vita donata per noi, per stabilire con noi un legame profondo, una consanguineità, al punto che avendo ricevuto in dono il preziosissimo sangue del Signore siamo diventati consanguinei di Dio, figli dello stesso Padre. Il sangue di Gesù è preziosissimo perché è la sua vita donata per amore, in piena obbedienza alla volontà del Padre, e questa vita donata per amore è in grado di risanare la nostra vita, che purtroppo è invece troppo spesso ammalata di egoismo, avvelenata interiormente dal peccato che ci porta a voler fare di testa nostra anziché cercare la volontà del Padre. Il sangue del Signore è preziosissimo perché è un dono universale. Il sangue di Gesù è infatti l’unico ad essere compatibile col sangue di ogni uomo e di ogni donna, da quello di Adamo fino a quello dell’ultima persona che nascerà su questa terra. Perciò il sangue di Gesù è vita sovrabbondante, è guarigione e salvezza, è sorgente di fraternità per ognuno di noi. Se vogliamo che la nostra vita sia salva occorre che il sangue di Gesù abbia segnato in modo indelebile non tanto l’architrave delle nostre case, quanto l’architrave delle nostre coscienze. Se vogliamo passare indenni attraverso le tribolazioni e le prove della vita e restare fedeli al nostro battesimo e alla nostra vocazione, occorre che le nostre vesti, cioè il nostro modo di vivere sia stato immerso nel sangue di Cristo, cioè che la nostra vita non sia più vissuta per noi stessi ma sia diventata un dono.

Celebriamo allora con gioia la festa del preziosissimo sangue del Signore. Immaginiamo – ce lo ha suggerito il vangelo di Luca e ce lo ha ricordato anche san Francesco – quanto gli sia costato, in questo luogo, su questa roccia, disporre la propria volontà ad essere in piena sintonia con la volontà del Padre. Il suo sangue, cioè il suo dono di amore, è stato anticipato in forma sacramentale nel cenacolo, poi ha iniziato ad essere versato fisicamente già qui, ed ha raggiunto il compimento sulla croce, dove Gesù ha veramente dato tutto se stesso, fino all’ultima goccia di vita, per amore del Padre e per amore nostro. Accogliamo questo dono di amore “con cuore puro e corpo casto”, come ci ha suggerito san Francesco. Accogliamo questo dono con riconoscenza infinita, e non dimentichiamo che se vogliamo che il dono del Signore continui ad essere efficace nella nostra vita è necessario poi che anche noi facciamo della nostra vita un dono, seguendo le orme e l’esempio di Gesù. Il sangue di Gesù, che oramai scorre dentro le nostre stesse vene, dentro la nostra stessa vita, risani perciò tutto il nostro essere e renda anche noi capaci di sintonizzarci sulla lunghezza d’onda della volontà del Padre e di versare il nostro sangue, cioè di dare la nostra vita, per amore del Padre e per amore dei fratelli, perchè ormai è Gesù che vive in noi.

fra Francesco Patton