Per un’arte del buon vicinato

Proponiamo alcuni passaggi del primo Discorso alla Città tenuto da S.E. mons. Delpini alla vigilia di S. Ambrogio:

Voglio formulare a nome della comunità cristiana e della Chiesa ambrosiana l’intenzione di proporre un’alleanza, di convocare tutti per mettere mano all’impresa di edificare in tutta la nostra terra quel buon vicinato che rassicura, che rasserena, che rende desiderabile la convivenza dei molti e dei diversi, per cultura, ceto sociale e religione. […] L’alleanza di tutti coloro che apprezzano la grazia di vivere nello stesso territorio è una convocazione generale che non prepara un evento, ma che impara e pratica un’arte quotidiana, uno stile abituale, una intraprendenza semplice. […] Non è un impegno che riguarda le istituzioni come fossero delegate a tenere insieme gli abitanti di queste terre, è piuttosto una impresa comune di cittadini e istituzioni, di fedeli e pastori della comunità cristiana e delle altre religioni: è una impresa corale che riconosce il contributo di ciascuno e chiede a ciascuno di non vivere la città come servizi da sfruttare o pericoli da temere, ma come vocazione a creare legami. Sono essi il luogo dell’ospitalità, della possibilità di (ri)dare nome ai soggetti, di offrire dimora alla cittadinanza fraterna e di riconsegnare le istituzioni alla comunità. […] Voglio fare l’elogio degli onesti e dei competenti, dei generosi e dei coraggiosi. Voglio fare il loro elogio anche per incoraggiare altri, anche per svegliare i giovani, per scuotere i pensionati in piena efficienza: fatevi avanti! Prendetevi qualche responsabilità! Dedicate tempo! Le istituzioni hanno bisogno di voi! La città, il Paese, hanno bisogno di voi! […]

Si tratta di contrastare la tendenza individualistica di cui si è ammalata la nostra società. L’individualismo egocentrico ha radici lontane e una forza persuasiva e pervasiva impressionante, alimentata da enormi interessi. È infatti evidente che chi è solo è più debole e più facilmente manipolabile, anche se pensa di essere più tranquillo: ridurre le persone a individui, rendere labili i rapporti, fragili le famiglie, instabili gli affetti, isolate le persone induce i cittadini a ignorare la città, a preoccuparsi solo di sé, del proprio benessere, della propria sicurezza. […] I disagi che soffrono coloro che vivono su questa nostra terra devono essere riconosciuti, interpretati, rimediati: le istituzioni sono chiamate a impegnarsi per ascoltare le paure, comprenderne le ragioni e sradicarle, per contrastare lo squallore e curare l’ordine e la bellezza di ogni angolo di città e paesi, ricchi di storia, sorprendenti per i tesori che custodiscono, generosi nella solidarietà, intraprendenti nella famosa efficienza milanese. […]

La parola di Gesù, che invita i suoi discepoli a farsi protagonisti dell’edificazione della fraternità oltre la carne e il sangue, indica un percorso che affascina e impegna tutti gli uomini e le donne di buona volontà: “Se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario?” (Mt 5,47). […] Questo straordinario di cui parla Gesù non è però il gesto eroico praticabile solo da qualche essere superiore. Si tratta piuttosto del gesto minimo, dell’attenzione intelligente, della vigilanza semplice che riconosce, per così dire istintivamente, il bene possibile e lo compie con la naturalezza dei semplici e dei forti.

+ Mario Delpini