Eucaristia e sacerdozio, doni del Cuore di Gesù!

Dall’Enciclica Haurietis Aquas del 15 maggio 1956:
È soprattutto sulla croce che il Divin Redentore sente il suo Cuore, divenuto quasi torrente impetuoso, ridondare dei sentimenti più vari; cioè di amore ardentissimo, di angoscia, di compassione, di acceso desiderio, di quiete serena, come ci manifestano apertamente le […] sue memorande parole […] E chi potrebbe degnamente descrivere i palpiti del Cuore divino del Salvatore, indizi certi del suo infinito amore, nei momenti in cui Egli offriva all’umanità i suoi doni più preziosi: Se stesso nel Sacramento dell’Eucaristia, la sua Santissima Madre e il Sacerdozio?
Ancor prima di mangiare l’Ultima Cena con i suoi discepoli, al solo pensiero dell’istituzione del Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, la cui effusione avrebbe sancito la Nuova Alleanza, il Cuore di Gesù aveva avuto fremiti di intensa commozione, da Lui rivelati agli Apostoli con queste parole: «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima di patire»; ma la sua commozione dovette raggiungere il colmo, allorché «prese del pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Questo è il mio corpo, il quale è dato a voi; fate questo in memoria di me». E così fece col calice, dopo aver cenato, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel sangue mio, che sarà sparso per voi». Si può quindi a buon diritto affermare che la divina Eucaristia, sia come Sacramento che come Sacrificio, di cui Egli stesso è dispensatore e immolatore mediante i suoi Ministri «da dove sorge il sole fin dove tramonta», come pure il Sacerdozio, sono doni palesi del Cuore Sacratissimo di Gesù. […] Non contento del dono incruento di sé, sotto le specie del pane e del vino, il Salvatore nostro Gesù Cristo vi volle aggiungere, come suprema testimonianza della sua profonda, infinita dilezione, il Sacrificio cruento della Croce. Così facendo, Egli dava l’esempio di quella sublime carità, che aveva indicato ai suoi discepoli come meta finale dell’amore con queste parole: «Nessuno ha un amore più grande di questo, di uno che dia la vita per i suoi amici».
Pio XII